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Le veline del Minculpop
Prezzo:
€9,30
(incluso 20 % I.V.A.)
Giancarlo Ottaviani
Il Minculpop era la sigla del Ministero della Cultura Popolare, il quale, fra gli altri compiti, ordinava e proibiva ai giornali e alla radio cosa pubblicare e cosa tacere, perché i cittadini avessero della patria fascista un'immagine alta e fiera, esaltante. Quella che era in realtà soppressione della libertà di stampa, di cui il popolo poco istruito non si rendeva conto, si poteva pensare che in fondo fosse desiderio di non fare conoscere ai nemici i fatti di casa propria e di evitare pettegolezzi. Solo che in questo caso i fatti da nascondere erano la miseria dei dei generi di prima necessità e le nostre disastrose sconfitte in guerra con relativo numero di morti in Albania, in Grecia, nei paesi Balcanici, in Russia e in Africa. In realtà il Minculpop controllava non solo la stampa ma anche la pubblicità e, attraverso i giornali femminili, i manifesti e altra varia propaganda, arrivarono direttive su come le donne si dovevano vestire e quale doveva essere il loro ideale estetico dal punto di vista del regime o su come alimentare la famiglia in modo da far fronte alle sanzioni sempre in un'ottica fascista. Il Minculpop si preoccupò anche del linguaggio degli italiani, ordinando di non usare mai più parole e neologismi stranieri che lo stesso Minculpop aveva tradotto sapientemente, e talvolta in modo ridicolo. Questo libro è essenzialmente un'opera bibliografica che raccoglie un vastissimo campionario di disposizioni (veline o ordini).