Georges Dumézil
Dumézil dà forma di romanzo ad un gioco intellettuale sulla veridicità predittiva delle quartine di Nostradamus. Filologia spettacolarizzata pur rimanendo nell'alveo del rigore metodologico. E un gioco di specchi tra il protagonista del romanzo, Espopondie, e Dumézil stesso nell'affidare, in prossimità del trapasso, i suoi pensieri più cari ed esoterici agli amici invitandoli a giocare con lui ancora una volta tra il grigio e il nero del razionalismo francese cioè dell'Occidente. Non a caso la seconda parte del romanzo è una riflessione sulle ultime parole pronunciate da Socrate in punto di morte: il Lume della filosofia antica paga il suo tributo al mito. Il mito nell'antichità come l'esoterismo nell'era moderna sono i gemelli oscuri dei quali ci serviamo per rappresentare "quello di cui non si può parlare".
Brossura 14 x 22 cm. pag. 150, timbri di ex-libris, tracce d'umidità
Stampato nel 1987 da Adelphi
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