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Quel fascista di Pansa
 


Prezzo: €20,00 (incluso 4 % I.V.A.)

Giampaolo Pansa

 

"Gli italiani della mia generazione (sono nato nell'ottobre 1935 e ho 83 anni) portano sulla gobba una colpa che non gli verrà mai cancellata. È quella di essere stati fascisti. A nostra difesa va detto che era quasi impossibile non esserlo". Certo ci sono state delle minoranze eroiche di oppositori. Ma il regime di Benito Mussolini si è rivelato molto pervasivo, lasciando la sua impronta nell'intera società italiana. Anche il Pansa è stato fascista per un paio di anni, dai sei ai sette, quando frequentava la prima elementare. Il bambino che vedete in copertina mentre fa il saluto romano sono io. Indosso la divisa di figlio della Lupa, il primo gradino dell'organizzazione della gioventù mussoliniana. La fotografia è stata scattata da mio padre Ernesto nel giugno 1943. Nell'autunno di quell'anno sarei diventato un balilla, ma in luglio il regime fascista cadde e non mi fu possibile continuare la mia carriera di militante. Conservo quella piccola foto e ho chiesto alla Rizzoli di metterla nella copertina di questo libro un po' strano. Racconta quanto mi accadde dopo aver pubblicato nel 2003 il mio lavoro più noto: "Il sangue dei vinti". Segnò l'inizio di una serie di vicende che in qualche modo riflettono l'Italia entrata nei nevrotici anni Duemila.

 

Cartonato con sovracopertina 16 x 24 cm., pagg. 230

 

Stampato nel 2019 da Rizzoli 


Disponibilitą

Di solito viene spedito in: 96 h.

 




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