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Giacomo De Marzi
Tutti i canti della "repubblica" di Salò sono fortemente
intrisi della presenza della morte violenta e di un tragico isolamento che
seleziona ed esalta. A differenza (di buona parte) dell'innodia del precedente
"ventennio", quella "lacustre" non è fresca né vivida: si percepisce
l'incredulità dei "legionari" di ritrovarsi estranei e sempre più soli in
un'Italia che fu loro e che ora li respinge, li isola, li combatte, li
rinnega. Il contrasto violento tra due opposte fazioni rappresenta il filo
conduttore dei canti "repubblicani", che si alimentano dell'amaro gusto di una
sconfitta considerata d'èlite: sullo sfondo di un'Italia affondata nella
tragedia, si innesta un aggressivo canzoniere che inneggia ad un "onore"
irrimediabilmente perduto, da ricercare e da ritrovare quasi per invocazione
canora.
Rilegato con sovracopertina 14 x 22 cm. pag. 302 con alcune foto b/n