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Antonio Pennacchi
"La città è il posto l'incrocio, la cerniera - dove si
svolgono i traffici, gli scambi, le comunicazioni. Ed è per questo che
una città non è un museo, se non è morta. Se è viva si trasforma,
inevitabilmente." Così come si sono trasformate le "città del Duce",
quelle innumerevoli "città di fondazione" tirate su dal regime tutte
più o meno sullo stesso modello, e tutte con lo stesso intento:
realizzare la rivoluzione agraria che Mussolini aveva promesso ai suoi
reduci e su cui voleva fondare l'impero autarchico. Si comincia nel '28
con la bonifica delle Paludi Pontine, poi le Puglie, la Libia, il
latifondo siciliano. Una vera epopea edificatrice, almeno secondo
l'autore che quelle città le ha cercate, visitate, fotografate,
studiate una per una arrivando a contarne ben 147. Alcune oggi sono
grandi e affollate, altre desolate e spettrali. Eppure hanno molto in
comune: la loro storia di "città nuove".
Brossura 14 x 21 cm. pag. 342 con 86 illustrazioni b/n