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I corsari del Kaiser
 


Prezzo: €18,00 (incluso 4 % I.V.A.)

Alberto Peruffo

Un tempo, per definizione, le navi corsare erano vascelli armati per la guerra di corsai cui uomini, Capitano e marinai, a differenza dei pirati, compivano atti ostili contro altrenavi o porti solo con il consenso di un governo legittimo che autorizzava l'equipaggio diuna nave, tramite una vera e propria patente di corsa o lettera di corsa, ad attaccare una nazioneavversaria. Di solito i corsari erano privati cittadini, il cui unico obbligo nei confrontidella propria nazione era il versamento nelle casse dello Stato di una parte del bottino cheriuscivano a impadronirsi. In caso di cattura, a differenza del pirata che veniva spedito sulpatibolo, il corsaro diveniva prigioniero di guerra e trattato come tale. Con il trattato di Parigi del 1856, sottoscritto dalle grandi marineriedell'epoca, la guerra di corsa venne messa al bando, si impediva alprivato cittadino atti di guerra. Da allora i corsari sarebbero statimilitari che consegnavano al proprio Stato il bottino e le navi nemichecatturate. Per i Tedeschi, all'inizio della Grande Guerra, la situazione delle loro navi, suddiviselungo i possedimenti delle loro colonie, sparse ai quattro angoli del mondo, impose loro ilricorso alla guerra corsara. Circondati da nemici, su oceani ostili, essi dovettero attaccareimbarcazioni e porti nemici, non soltanto per interrompere il traffico navale, ma ancheper approvvigionarsi del necessario per continuare la navigazione e quindi garantirsi lasopravvivenza. In particolare la necessità di approvvigionarsi di carbone influenzò moltole decisioni dei comandanti in mare.

Brossura 16,5 x 24 cm. pag. 144 con molte foto b/n

Stampato nel 2008 da Marvia 


Disponibilitą

Di solito viene spedito in: 96 h.

 







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