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Canne. Descrizione di una battaglia
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€19,00
(incluso 4 % I.V.A.)
Massimo Bocchiola, Marco Sartori
Il 2 agosto 216 a.C. è la data più funesta
nella storia della Roma repubblicana. L'esercito romano, guidato dai
due consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone, si scontrò con
quello cartaginese, comandato da Annibale, nella sanguinosa battaglia
di Canne, uno dei fatti d'armi più famosi nella storia. Fu una
catastrofe militare senza precedenti, le cui dimensioni, dopo ventidue
secoli, non finiscono di stupire e sgomentare: secondo molti storia, il
numero delle vittime fu pari a quello provocato dalle bombe atomiche di
Hiroshima e Nagasaki, ma alcuni studiosi sostengono che fu molto più
alto. Eppure a Canne non c'erano armi da fuoco, nessun grosso calibro
di artiglieria e, naturalmente, non c'erano gli aerei. Si combattè con
dardi, pietre e giavellotti, armi bianche e primitive, zoccoli di
cavalli, calci e morsi. L'esercito di Annibale riuscì a neutralizzare e
ad annientare la potente macchina militare romana, dando ai suoi
avversari uno scacco matto in tre mosse: sgominando la cavalleria,
facendo flettere al centro le proprie fanterie, accerchiando il nemico.
Quella di Canne è la battaglia più studiata dai generali e dagli
esperti di storia militare perché rappresenta lo scontro campale per
eccellenza, l'apoteosi della scaltrezza e della duttilità di manovra di
un esercito in guerra e il suo fascino grandioso e sinistro continua
ancora oggi a suscitare interesse nei lettori.