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Nei campi di Tito
Prezzo:
€22,00
(incluso 4 % I.V.A.)
Costantino Di Sante
Al termine del Secondo conflitto mondiale,
oltre cinquantamila italiani - ex soldati, reduci dai lager nazisti,
partigiani, deportati dalle zone dell'Istria e della Venezia Giulia -
furono internati da Tito. A determinare tale decisione contribuirono
diverse concause: il ricordo della passata occupazione fascista, la
mancata consegna dei presunti criminali di guerra italiani e dei
numerosi fuoriusciti anti-Tito ospitati all'epoca nei "campi profughi"
aperti nel nostro Paese e, più in generale, la disputa sul confine. Per
alcune migliaia di loro la prigionia si protrasse per diversi mesi nel
dopoguerra. Internati negli oltre cinquanta campi sparsi sul territorio
della nuova Jugoslavia comunista, inquadrati in "battaglioni di
lavoratori" utilizzati nelle opere di ricostruzione, a centinaia
morirono di stenti o, accusati di collaborazionismo con i nazifascisti,
furono fucilati e gettati nelle foibe. La vicenda di questi prigionieri
è stata poco studiata, anche perché gran parte dei documenti sono stati
"secretati" dallo Stato italiano fino al 1997, mentre nella Repubblica
jugoslava la loro memoria è stata completamente cancellata. Il libro,
oltre a ricostruire la storia e il funzionamento dei luoghi di
internamento titini e le memorie dei prigionieri, basandosi sulla
documentazione conservata negli archivi italiani, mette in luce le
responsabilità e gli interessi strategici che portarono a una così
lunga e dura detenzione e che ne hanno favorito l'oblio.