Info: Il tuo browser non accetta i cookie. Se vuoi utilizzare il carrello e fare acquisti devi abilitare i cookie.
Scritti per vocazione
Prezzo:
€19,00
(incluso 4 % I.V.A.)
Roberto Melchionda
Ormai ci siamo lasciati alle spalle la precarietà novecentesca entro cui si slanciò l'orda nera fascista, di cui morirono Michelstaedter e Weininger (ma pure Antonia Pozzi), contro cui si batté Nietzsche fino al delirio e di cui poetò, sarcastico e sprezzante, Montale. Questo odierno è il tempo di un'inerzia niente arfatto precaria, di un flaccido scirocco continuo, dello svuotamento totale di senso. É il trionfo del controassoluto più miserando: la rinuncia assoluta, la stanchezza assoluta. La scelta è allora tra la celebrazione dell'irruenza, a volte terribile e violenta, degli uscocchi e la resa completa alia ragionevolezza, ovvero a tutto ciò che sia mediocre, facile, irresponsabile, indeterminato. Ed è una scelta 'fatale', che non risparmia i filosofi. Roberto Melchionda non elude tale bivio decisivo limitandosi a decorare con le proprie glosse un modello di pensiero inerte. "Avanzare di ritorno":: ecco una formula adatta a descrivere questo modo antico, onesto e fiero, di fare filosofia, ovvero di fare ordine nel pensabile. Ordine-e-disciplina - insinuerà con malcelata riprovazione e sufficienza il frale filosofo alia moda. Ordine e disciplina si, o, meglio ancora, un'endiadi meno abusata e più 'compromettente': precisione (questa ha più a che fare con la Prussia spengleriana che con l'alessandrinismo) e decisione (cui si perviene proprio attraverso il precisarsi dell'intuizione). O, per richiamare le ardite copule evoliane: trascendenza e azione.