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Un dopoguerra storiografico
Prezzo:
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Eugenio Di Rienzo
La tavola di Paolo Uccello in copertina non è casuale. La battaglia di San Romano tra fiorentini e senesi, non combattimento regolato dal diritto delle armi ma scontro senza regole, è metafora delle vicende della storiografia italiana tra fascismo e Prima Repubblica.Venuta meno, a partire dal 1925, l'unità d'intenti che coinvolse fino alla Grande Guerra intellettuali diversi (Volpe, Salvemini, Croce, Gentile) nel progetto di una disciplina storica a impianto nazionale, l'organizzazione autoritaria degli studi attuata dal fascismo determinò uno scontro fra storici, presto degenerato in lotta armata nell'ultimo scorcio del ventennio. Dopo il 25 aprile 1945, la resa dei conti con la dittatura portò un'epurazione culturale, premessa di una nuova violenta (anche se non cruenta) guerra civile, promossa da intellettuali che, affiancati da una pattuglia di volenterosi reduci dall'adesione piena al fascismo, si proponevano di recidere ogni rapporto con la storiografia italiana del primo dopoguerra. L'autore ha ricostruito la memoria imperfetta di questi eventi utilizzando materiale d'archivio quasi integralmente inedito, e dando la parola ai protagonisti di quella stagione culturale e agli artefici della vita politica (da Mussolini a Togliatti), nella convinzione che il confronto intellettuale del nostro paese è stato la continuazione di un conflitto intestino combattuto con altri mezzi.