la rappresentazione della Prima Guerra Mondiale ha un comune denominatore, la morte di una generazione perduta di figli, mariti, padri e fratelli. Già nel 1919 fu un incessante proliferare nelle piazze dei piccoli centri come nelle grandi città di monumenti funebrebri e lapidi a ricordo dei caduti tra fierezza e angoscia: un cordoglio di massa alla guerra combattuta da cittadini-soldati. La sacralità di una religione civile come mito postumo. Ecco quindi che nel momento in cui il Vittoriano diventa veremente Altare della Patria, con la deposizione del Milite Ignoto, Aquileia diventa l'alter ego: il luogo del cimitero degli Eroi e, Colle Sant'Elia-Redipuglia diventa il luogo più noto ed evocativo - il Carso - in cui si è persa una generazione.

Brossura 17 x 24 cm. pag. 236 con molte illustrazioni b/n

Stampato nel 2011 da Gaspari Editore